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Bonus non spettanti: da giugno tagli alle pensioni INPS

Bonus non spettanti: da giugno tagli alle pensioni INPS
Photo by 777546 – Pixabay
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Controlli su redditi 2021 hanno rilevato irregolarità. I pensionati coinvolti riceveranno trattenute mensili in base all’importo da restituire.

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L’INPS ha annunciato che, a partire da giugno 2025, verrà applicata una decurtazione di 50 euro mensili sulle pensioni di chi, nel 2022, ha percepito in maniera indebita i bonus da 150 e 200 euro. L’errore nasce da controlli effettuati su dati fiscali provvisori relativi al 2021, che successivamente si sono rivelati imprecisi. La conseguenza? Alcuni pensionati hanno ricevuto somme non spettanti in base al reddito effettivo.

Chi deve restituire e per quanto tempo

Il recupero riguarda due categorie di beneficiari: chi ha ricevuto il bonus da 200 euro destinato ai redditi sotto i 35.000 euro annui e chi ha percepito il bonus da 150 euro riservato a chi guadagnava meno di 20.000 euro. Gli accertamenti postumi hanno rilevato sforamenti di queste soglie, motivo per cui ora scatterà il rimborso. L’INPS ha previsto un piano rateale: quattro mesi di trattenute per chi deve restituire solo il bonus da 200 euro; sette mesi di ritenute, fino a dicembre 2025, per chi ha ricevuto entrambi i bonus.

Come controllare se sei coinvolto

Molti pensionati hanno già ricevuto una comunicazione formale dall’INPS, ma non tutti. Per verificare la propria situazione, basta accedere all’area personale del sito INPS tramite SPID o Carta d’Identità Elettronica (CIE) e consultare il cedolino pensione di giugno 2025. Se l’importo risulta ridotto di 50 euro rispetto al solito, si è tra i soggetti interessati. Per maggiore certezza, è utile confrontare il reddito complessivo del 2021 – comprensivo di eventuali affitti, investimenti o pensioni integrative – con i limiti fissati per l’accesso ai bonus. Questi dati sono disponibili nella dichiarazione dei redditi del 2022.

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Cosa fare se ritieni il taglio ingiusto

Chi pensa di essere stato penalizzato ingiustamente ha la possibilità di intervenire. È possibile segnalare l’errore direttamente all’INPS, oppure affidarsi a un patronato o a un centro di assistenza fiscale (CAF) per ricevere supporto. Nel caso in cui venga dimostrato che la trattenuta è stata applicata per errore, si può richiedere il rimborso delle somme sottratte.