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Bonus mamme 2025: ritardi nell’approvazione del decreto

Bonus mamme 2025: ritardi nell’approvazione del decreto
Photo by 2147792 – Pixabay
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Il governo non ha ancora approvato il decreto ministeriale necessario per il nuovo “Bonus mamme”. Ecco cosa comporta questo ritardo per le lavoratrici.

Bonus mamme 2025: ritardi nell’approvazione del decreto
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Il governo ha creato incertezza tra le lavoratrici italiane a causa della mancata approvazione di un decreto ministeriale fondamentale per il nuovo “Bonus Mamme”. Previsto dalla legge di bilancio 2025, questo incentivo doveva definire importi e modalità di erogazione già da due mesi, lasciando le madri lavoratrici senza i benefici attesi. Il protrarsi di questa situazione suscita critiche dai sindacati e preoccupa molte famiglie. Quali sono le principali critiche sollevate e quali le promesse della manovra?

Una critica aspra alle lentezze Burocratiche

La segretaria confederale della Cgil, Daniela Barbaresi, si è espressa con fermezza: “Il ritardo è inaccettabile”. La questione non è solo burocratica: comporta ricadute pratiche per molte lavoratrici che si trovano private di un sostegno economico necessario. Il bonus, ancora in standby per mancanza del decreto attuativo del Ministero del Lavoro e dell’Economia, avrebbe dovuto offrire decontribuzioni a tutte le madri dipendenti e autonome con due o più figli. Tuttavia, l’assenza di una regolamentazione concreta blocca questo sostegno.

Carenze e aspettative: chi resta escluso?

Le criticità della misura non finiscono qui. L’esclusione delle lavoratrici domestiche, sottolineata dalla Cgil, è un punto controverso. Queste donne, spesso appartenenti a fasce di reddito basso, rimangono senza nessuna forma di sicurezza economica per le scelte familiari. “Perché non includerle?” chiede Barbaresi, mettendo in luce le incongruenze del bonus che appare discriminatorio. Infatti, mentre le madri di due figli ricevono benefici, quelle con un solo figlio restano senza aiuti, sollevando ulteriori domande.

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Prospettive future e necessità di cambiamento

Guardando al futuro, il bonus verrà esteso a partire dal 2027 anche alle madri di tre o più figli fino alla maggiore età del più giovane. Ma resta ancorata la questione dell’equità: il reddito familiare non superiore ai 40mila euro annui è il limite per fruire del beneficio. Finché il decreto non sarà approvato, le lavoratrici non potranno contare su queste risorse. Urge una revisione per eliminare discriminazioni di genere e considerare la genitorialità nell’insieme. Barbaresi incalza: “Solo sostenendo sia le madri sia i padri, potremo promuovere un cambiamento culturale e sociale.”