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Autovelox, arriva la stretta: mappa nazionale, multe annullabili e regole più chiare

Autovelox, arriva la stretta: mappa nazionale, multe annullabili e regole più chiare
Photo by blickpixel – Pixabay
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Approvata alla Camera la riforma che impone trasparenza sull’uso dei rilevatori di velocità: ogni dispositivo dovrà essere censito, segnalato e omologato.

Autovelox, arriva la stretta: mappa nazionale, multe annullabili e regole più chiare
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Un cambiamento radicale si profila all’orizzonte per la gestione degli autovelox in Italia. Con un emendamento approvato il 10 luglio alla Camera, incluso nel Decreto Infrastrutture e in attesa del via libera definitivo del Senato, il Governo introduce un sistema di tracciamento mai visto prima: entro 60 giorni dall’entrata in vigore della norma, ogni dispositivo di controllo della velocità dovrà essere registrato presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Dalle unità fisse ai tutor, passando per telelaser e semaforici, ogni Comune sarà tenuto a fornire dettagli completi su posizione, modello, marca e stato di omologazione. Tutti questi dati andranno a comporre una mappa ufficiale, aggiornata in tempo reale, consultabile online da cittadini e integrabile nelle app di navigazione. Senza questo passaggio, gli autovelox non saranno più considerati validi e le multe emesse potranno essere contestate e annullate.

Segnaletica più visibile e limiti più rigidi per l’installazione

La riforma punta anche a ridefinire le regole su segnaletica, distanza e autorizzazioni. I cartelli che indicano la presenza di autovelox dovranno essere ben visibili e collocati ad almeno 200 metri di distanza sulle strade extraurbane e 75 metri in ambito urbano. I messaggi dovranno essere chiari, del tipo “controllo elettronico della velocità”.

L’installazione dei dispositivi non sarà più lasciata alla discrezione dei Comuni. Saranno necessari requisiti documentati come l’elevata incidentalità del tratto stradale o l’impossibilità di fermare immediatamente i veicoli. Inoltre, ogni dispositivo dovrà essere omologato e aggiornato tecnicamente, pena l’invalidità delle sanzioni.

Autovelox non conformi fuori legge: cosa cambia per cittadini e Comuni

Per gli automobilisti si profila una svolta: niente più “autovelox-trappola” o dispositivi installati in modo discrezionale. Solo quelli regolarmente registrati, segnalati e omologati potranno essere utilizzati per elevare sanzioni. Questo significa anche maggiore tutela legale per chi intende contestare una multa.

I Comuni, invece, dovranno affrontare un processo di adeguamento non banale. La mancata comunicazione dei dati al Ministero o la presenza di dispositivi non omologati potrà comportare l’esclusione dal sistema nazionale, con ripercussioni economiche e legali. Migliaia di apparecchi, oggi attivi, rischiano di essere dichiarati inutilizzabili se non adeguati in tempo.

Navigazione intelligente e controlli più trasparenti

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Uno degli aspetti più innovativi della riforma riguarda l’integrazione tecnologica. La nuova mappa dei rilevatori potrà essere incorporata in piattaforme come Google Maps, Waze e navigatori satellitari, offrendo agli utenti una visione completa e affidabile dei punti di controllo lungo i tragitti.

Tuttavia, resta una zona grigia: i dispositivi mobili in dotazione alle forze dell’ordine, spesso utilizzati in modalità dinamica, non rientrano nel censimento. La loro gestione e comunicazione continueranno a seguire protocolli separati.

Questa riforma rappresenta un banco di prova per l’efficienza delle amministrazioni locali e del Ministero, ma soprattutto un passo concreto verso un sistema di controllo della velocità più equo, verificabile e trasparente.