Anche senza infrazioni, dettagli come scarichi rumorosi e assetti ribassati aumentano le probabilità di essere fermati per controlli.

Chi guida una coupé sportiva o una vettura dal colore acceso lo sa bene: certi modelli non passano inosservati. Il rosso, per esempio, è da sempre associato a velocità e audacia. Un’auto con questa tinta spicca nel traffico e può incuriosire le forze dell’ordine anche in assenza di infrazioni. Allo stesso modo, dettagli come assetti ribassati, scarichi rumorosi o cerchi maggiorati aumentano le probabilità di essere fermati per controlli di routine.
Veicoli come la Subaru WRX, la Golf GTI o alcuni modelli coupé della BMW rientrano spesso tra quelli più “sorvegliati”, soprattutto in contesti urbani. Anche la personalizzazione estetica, seppur conforme alle normative, può bastare per giustificare un controllo.
Pregiudizi o semplici probabilità? Cosa guida davvero i controlli
L’apparenza conta, e a volte più di quanto si voglia ammettere. Un’auto vecchia, con targa straniera, magari guidata da un gruppo di giovani uomini, ha maggiori probabilità di essere fermata. È una questione di calcolo delle probabilità? Forse. Alcuni comportamenti ricorrenti, statisticamente più legati a determinati profili, influenzano l’approccio delle forze dell’ordine.
Uno studio condotto da ricercatori della New York University e di Stanford ha mostrato che determinati gruppi sociali subiscono controlli con una frequenza maggiore. Tuttavia, questo dato va interpretato con cautela: le variabili in gioco sono molteplici e non sempre riducibili a stereotipi o pregiudizi. Anche in Italia, dinamiche simili emergono: è più probabile che venga fermata un’auto dall’aspetto trasandato piuttosto che una vettura guidata da un signore anziano. Non si tratta necessariamente di discriminazione, quanto di criteri operativi legati a esperienze pregresse e analisi del rischio.
Italia, stessa storia: il fattore visivo conta eccome
Chi viaggia in una vecchia station wagon con targa straniera e a bordo solo uomini adulti si sarà forse accorto di essere nel mirino più facilmente rispetto a chi guida un’utilitaria tradizionale. I motivi? Più che razziali o culturali, spesso sono legati a logiche operative. Le forze dell’ordine cercano di intercettare potenziali situazioni a rischio, e lo fanno anche attraverso segnali visivi e comportamentali. Il tipo di veicolo, il suo stato di manutenzione, l’ora del giorno e il contesto sono tutti elementi che pesano nella decisione di effettuare un controllo.

Comportamento e stile di guida: come evitare attenzioni indesiderate
Ci sono accorgimenti che possono ridurre la probabilità di essere fermati. Uno stile di guida regolare, senza cambi di corsia bruschi o accelerazioni improvvise, aiuta. Anche il volume della musica, l’uso corretto delle luci e un atteggiamento rispettoso possono fare la differenza. Mantenere la calma e mostrarsi collaborativi è spesso il modo più semplice per abbreviare un controllo e ripartire serenamente.
A ben vedere, però, i controlli sono parte integrante della sicurezza stradale. Servono a tutelare tutti gli utenti della strada e a prevenire situazioni potenzialmente pericolose. E se a volte sembrano ingiusti, ricordiamoci che spesso sono proprio questi controlli a rendere le nostre strade più sicure.