Home » Normative » Altavilla, l’INPS reclama il bonus nido: allarme famiglie

Altavilla, l’INPS reclama il bonus nido: allarme famiglie

Altavilla, l’INPS reclama il bonus nido: allarme famiglie
Photo by Bru-nO – Pixabay
Lettura: 3 minuti

Molte ricevute non risultano conformi o provengono da strutture non accreditate, ma i genitori contestano i criteri adottati.

Altavilla, l’INPS reclama il bonus nido: allarme famiglie
Photo by Bru-nO – Pixabay

Una vera e propria stangata ha colpito molte famiglie del comune di Altavilla Silentina, in provincia di Salerno. L’INPS ha avviato un’ondata di notifiche per la restituzione del bonus nido, chiedendo importi che in alcuni casi superano i 10.000 euro. Il tutto con un termine stringente: solo 30 giorni per versare quanto richiesto.

Una misura che, nata per offrire sollievo economico ai genitori, rischia ora di gettare nello sconforto interi nuclei familiari. In molti casi si tratta di famiglie che si ritenevano perfettamente in regola e che ora si trovano ad affrontare un imprevisto tanto grave quanto inatteso.

Cos’è il bonus nido e a chi spetta

Il bonus nido è stato introdotto con la legge n. 232 del 2016 per sostenere i genitori nel pagamento delle rette degli asili nido pubblici o privati autorizzati, oppure per finanziare l’assistenza domiciliare di bambini sotto i tre anni affetti da gravi patologie.

L’importo varia in base all’ISEE familiare: si va da un minimo di 1.500 euro a un massimo di 3.600 euro l’anno, erogati in rate mensili. Per il 2025, sono previsti fino a 3.600 euro per i nati dal 1° gennaio 2024 con ISEE sotto i 40.000 euro, mentre per i nati prima di questa data le fasce sono differenziate: 3.000 euro per ISEE fino a 25.000,99 euro, 2.500 euro fino a 40.000 e 1.500 euro in assenza di ISEE.

I fondi vengono accreditati solo previa presentazione delle ricevute delle spese sostenute, con controlli successivi a garanzia della correttezza delle informazioni fornite.

INPS: “Indebita percezione”, ma le famiglie non ci stanno

Altavilla, l’INPS reclama il bonus nido: allarme famiglie
Photo by ponce_photography – Pixabay

Secondo quanto comunicato dall’INPS, le richieste di restituzione derivano da verifiche effettuate dopo l’erogazione del bonus. Al centro dei rilievi ci sarebbero ricevute giudicate non conformi o spese sostenute presso strutture non accreditate o non riconosciute formalmente dal sistema pubblico.

Il problema, però, è che molte famiglie sostengono di aver seguito le istruzioni alla lettera, fidandosi delle indicazioni ricevute dagli enti o dai CAF. Ora si ritrovano a dover giustificare ogni documento, in un clima di forte incertezza e con la paura di pesanti conseguenze economiche.

Il meccanismo di controllo, troppo rigido secondo i diretti interessati, sembra aver trasformato un aiuto statale in una fonte di disagio. E la mancanza, finora, di chiarimenti ufficiali da parte dell’INPS non fa che alimentare frustrazione.