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Allarme UE: emissioni italiane oltre i limiti fissati

Allarme UE: emissioni italiane oltre i limiti fissati
Photo by denzel – Pixabay
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Per evitare la sanzione serve una svolta: mobilità elettrica, edilizia green e regia unica tra Stato, Regioni e Comuni.

Allarme UE: emissioni italiane oltre i limiti fissati
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L’Italia rischia una stangata da Bruxelles. La Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro il nostro Paese per non aver rispettato i limiti di emissioni climalteranti imposti dal Regolamento europeo sulla condivisione degli sforzi (Effort Sharing Regulation). Secondo i dati ufficiali, già nel 2021 l’Italia ha sforato la soglia prevista di 266,8 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente, superandola di oltre 3 milioni. Il quadro è peggiorato nel 2022, segnalando un trend allarmante.

Settori come trasporti ed edilizia si confermano i principali responsabili, con performance ben lontane dagli standard richiesti. E nonostante la possibilità di compensare gli sforamenti acquistando crediti da Paesi virtuosi come Lussemburgo e Svezia, Roma ha preferito non ricorrere a questa soluzione. Una scelta che ora rischia di costare caro.

Una sanzione da capogiro: cosa c’è in gioco

Il procedimento avviato dalla Commissione rappresenta solo il primo passo. Se l’Italia non adotterà misure concrete e immediate, la vicenda potrebbe approdare alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con l’imposizione di una sanzione economica pesantissima. Le prime stime parlano di una possibile multa superiore ai 25 miliardi di euro solo per il triennio 2021-2023.

Un rischio economico enorme, aggravato dall’obiettivo comunitario che impone, entro il 2030, una riduzione del 43,7% delle emissioni rispetto ai livelli del 2005. Obiettivo che, allo stato attuale, sembra difficilmente raggiungibile. Paradossalmente, una parte significativa dei fondi del PNRR era destinata proprio alla transizione ecologica. Tuttavia, tra progetti rallentati, governance frammentata e riforme rimaste sulla carta, quei fondi non hanno prodotto i risultati attesi.

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Come evitare la multa? Le mosse (urgenti) da mettere in campo

Cosa può fare il governo italiano per evitare questa pesantissima sanzione? Un’opzione immediata sarebbe l’acquisto di crediti di emissione da altri Stati membri, ma si tratta di una toppa, non di una soluzione strutturale. Serve ben altro. Servono riforme incisive, coordinate e rapide.

In cima alla lista delle priorità ci sono misure come il potenziamento del trasporto pubblico, la diffusione della mobilità elettrica, l’efficientamento energetico degli edifici, interventi mirati nel settore agricolo e un netto miglioramento nella gestione dei rifiuti. Alcuni esperti propongono anche una riforma fiscale che favorisca comportamenti ecologicamente responsabili e penalizzi chi inquina. Ma tutto questo richiede una regia unica, capace di armonizzare l’azione tra Stato, Regioni e Comuni. Ed è proprio questa cabina di regia che finora è mancata.

Una questione di reputazione

La posta in gioco va oltre il rischio di una multa miliardaria. Il mancato rispetto degli obblighi ambientali danneggia la credibilità dell’Italia agli occhi dell’Europa, compromettendo la posizione del Paese nei futuri negoziati sul clima. E con l’inasprimento delle politiche europee in materia ambientale, l’inerzia rischia di diventare un boomerang anche sul piano politico e sociale.

La crisi climatica impone scelte drastiche, rapide e coraggiose. Ignorare l’allarme significa mettere a repentaglio la salute dei cittadini, il futuro delle prossime generazioni e i conti pubblici. E Bruxelles ha dimostrato di non voler più fare sconti a nessuno.