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Airbnb e il nuovo codice identificativo nazionale

Airbnb e il nuovo codice identificativo nazionale
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Dal 2025, Airbnb adotterà nuove norme per regolamentare il mercato, richiedendo agli host il CIN, che potrebbe stabilizzare il settore delle locazioni.

Airbnb e il nuovo codice identificativo nazionale
Photo by mastersenaiper – Pixabay

Il mercato degli affitti in Italia sta attraversando una crisi senza precedenti. Gli inquilini trovano sempre meno opzioni disponibili per una casa, mentre gli affitti a breve termine predominano, alterando profondamente la disponibilità. C’è una svolta all’orizzonte però, e potrebbe cambiare completamente il panorama immobiliare.

Il ristretto spazio delle locazioni

In Italia, il mercato immobiliare delle locazioni soffre una contrazione mai registrata prima. Questo fenomeno, che si aggrava da mesi, è un incubo per chi cerca una casa. La colpa sembra ricadere pesantemente sugli affitti brevi. I proprietari immobiliari, incentivati dalle opportunità del turismo, optano sempre più per trasformare le proprie proprietà in alloggi per viaggiatori, sacrificando la disponibilità a lungo termine.

La conseguente scarsità di alloggi incontra una domanda in crescita vertiginosa. E quando l’offerta non riesce a tenere il passo, si assiste a un’impennata dei prezzi, che diventano insostenibili per molti. Tuttavia, c’è una notizia promettente: Airbnb, il gigante delle locazioni a breve termine, ha annunciato un cambiamento importante a partire dal 2025. La piattaforma esigerà un Codice Identificativo Nazionale (CIN) per pubblicare annunci, un passo che potrebbe ridisegnare il mercato.

Frenare l’espansione degli affitti brevi

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) rappresenta un nuovo strumento con cui il governo italiano intende mettere ordine nel settore delle locazioni brevi. Funziona come un registro per identificare chiaramente gli immobili turistici e quelli destinati a soggiorni brevi. Per ottenere questo codice, gli host devono rivolgersi direttamente al Ministero del Turismo, rendendo il CIN un requisito indispensabile per chi intende continuare a operare in questo settore a partire dal nuovo anno.

Airbnb appoggia questa iniziativa. Ha già comunicato agli host italiani che dal primo gennaio 2025, senza il CIN, gli annunci verranno eliminati. Inoltre, la piattaforma ha avviato una collaborazione con Altroconsumo per fornire un supporto concreto agli affittuari: una linea telefonica offre chiarimenti e indicazioni sui nuovi requisiti, aiutando gli host ad adeguarsi alle norme stabilite.

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Photo by Yamu_Jay – Pixabay

Gli effetti attesi sul mercato delle locazioni

Quali sono le possibili conseguenze di questa nuova regolamentazione? Con ogni probabilità, molti proprietari che non vogliono o non possono seguire questi obblighi torneranno a privilegiar le locazioni tradizionali. Attualmente, oltre la metà degli utenti di Airbnb in Italia è rappresentata da famiglie comuni, mentre il 67% dei locatori riconosce che ciò costituisce un sostegno economico non trascurabile. Tuttavia, il 76% ha un’altra principale fonte di reddito e guadagna mediamente 4.000 euro l’anno da questo servizio.

Se dovessero decidere di ritornare ad affittare a lungo termine, si potrebbe osservare una riduzione della pressione sui prezzi degli affitti. Di conseguenza, la domanda potrebbe essere meglio soddisfatta, migliorando complessivamente il mercato delle locazioni in Italia. La situazione attuale è complessa: gli affitti hanno raggiunto costi mai visti, con una crescente competizione anche per le stanze singole in affitto.