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Addio privacy: ora lo Stato metterà le mani nelle tue tasche

Addio privacy: ora lo Stato metterà le mani nelle tue tasche
Photo by stevepb – Pixabay
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Una proposta allarga i poteri dell’Agenzia delle Entrate: l’obiettivo è recuperare le tasse non pagate in modo più efficace.

Addio privacy: ora lo Stato metterà le mani nelle tue tasche
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Oggi l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può sapere soltanto se un cittadino ha un conto corrente attivo. Una volta accertato, può attivare procedure di recupero crediti come il pignoramento o il fermo amministrativo. Ma una proposta appena presentata apre a un potenziale cambio di passo: in futuro, il Fisco potrebbe conoscere anche il saldo di quel conto. Conoscere la disponibilità effettiva di denaro renderebbe molto più lineare e rapido l’intervento in caso di debiti fiscali non saldati.

Una proposta dal cuore del ministero dell’Economia

L’ipotesi arriva dalla Commissione per il riordino della riscossione, organismo interno al ministero dell’Economia istituito nel 2023. Nella relazione inviata di recente alla Conferenza delle Regioni, si suggerisce un rafforzamento delle azioni di recupero. Il presidente della Commissione, Roberto Benedetti, ex giudice della Corte dei Conti, e i suoi quattro membri propongono che l’Agenzia possa accedere non solo all’esistenza di un conto, ma anche alla sua “consistenza”. In altri termini, si punta a ottenere l’estratto conto dei debitori, con tutte le garanzie del caso a tutela della privacy.

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Solo per chi è già moroso, non per tutti

L’estensione dei poteri non riguarderebbe tutti i cittadini, ma soltanto coloro che risultano morosi: chi ha ricevuto una cartella esattoriale o un avviso senza aver provveduto al pagamento. Sono questi i soggetti verso cui l’Agenzia delle Entrate può già oggi valutare il pignoramento, e per i quali conoscere l’effettiva disponibilità sul conto bancario sarebbe cruciale per agire con maggiore precisione. Non è una novità assoluta: già nella prima legge di bilancio del governo Meloni si era ipotizzata una misura simile, poi accantonata per via di tensioni interne alla maggioranza.

Un magazzino fiscale enorme e difficile da smaltire

La posta in gioco è alta: dal 2000 a oggi, l’ammontare dei debiti fiscali non riscossi supera i 1.270 miliardi di euro, coinvolgendo oltre 21 milioni di contribuenti. Di questi, circa 408 miliardi sono considerati irrecuperabili, perché riferiti a soggetti deceduti, nullatenenti o a imprese cessate. Restano però in sospeso circa 860 miliardi, su cui potrebbero intervenire nuove rottamazioni o misure di recupero accelerate, come auspicato da alcuni partiti della maggioranza, in particolare la Lega. La decisione finale sull’accesso ai conti correnti spetterà al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Se verrà aperto un dibattito politico sul tema, si preannuncia acceso.