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Tasse cripto 2025: aliquota aumenta

Tasse cripto 2025: aliquota aumenta
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Dal 2026 l’aliquota salirà al 33% senza la soglia di esenzione, rivoluzionando le strategie fiscali per gli investitori in criptovalute.

Tasse cripto 2025: aliquota aumenta
Photo by sergeitokmakov – Pixabay

Il governo ha ridefinito la tassazione sulle plusvalenze da cripto-attività, stemperando gli aumenti preannunciati e introducendo rilevanti modifiche fiscali.

Recentemente, la Legge di Bilancio 2025 ha apportato consistenti cambiamenti alle norme fiscali riguardanti le cripto-attività. Inizialmente, gli operatori del mercato erano stati scossi da un annuncio che prospettava un considerevole innalzamento delle aliquote, comunicato dal Viceministro Maurizio Leo durante una conferenza stampa. Fortunatamente per gli investitori, la legislazione finale ha rivisto queste previsioni, alleggerendo alcuni degli oneri prospettati. Esaminiamo in dettaglio le principali novità.

La nuova aliquota e l’eliminazione della fascia di esenzione

Nel panorama delle novità più significative, la Legge di Bilancio 2025 conferma il mantenimento dell’aliquota sostitutiva sulle plusvalenze al 26% per l’anno fiscale in corso, 2025. Tuttavia, a partire dall’anno 2026, sarà prevista un’aliquota progressiva del 33%. Un altro importante cambiamento riguarda la soppressione della soglia di esenzione di 2.000 euro, che, fino al 2024, aveva permesso l’esclusione dalla tassazione delle plusvalenze di minore entità. Con questa mossa, il governo intende ampliare la base imponibile, garantendo che tutte le plusvalenze rilevanti siano soggette a tassazione.

Per molti, questa modifica segna un cambiamento radicale delle strategie fiscali adottate fino ad ora dagli investitori in cripto. Le decisioni prese potrebbero quindi influenzare notevolmente le operazioni future e il mercato delle criptovalute potrebbe dover affrontare una nuova fase che richiede maggiori calcoli e previsioni finanziarie.

Rideterminazione del valore d’acquisto e aliquote agevolate

Una delle opzioni fiscali rilevanti introdotte dalla nuova legge è la possibilità di rideterminare, a titolo oneroso, il valore di acquisto delle cripto-attività al 1º gennaio 2025. Questa procedura richiederà il pagamento di un’imposta sostitutiva del 18%, una misura che segue le orme delle leggi precedenti. Infatti, secondo la precedente Legge di Bilancio del 2023, una tale rideterminazione era già possibile, ma a fronte di un’imposta del 14%.

La nuova imposta dovrà essere versata entro il 30 novembre 2025, ma c’è la possibilità di suddividerne il pagamento in tre rate annuali di pari importo. Questa rateizzazione, seppur agevolante, comporterà l’applicazione di un tasso d’interesse del 3% sulle rate successive alla prima. Ciò rappresenta un investimento finanziario non trascurabile per gli investitori che valutano la rideterminazione come un provvedimento vantaggioso per un futuro alleggerimento fiscale.

Tasse cripto 2025: aliquota aumenta
Photo by TheDigitalArtist – Pixabay

Limitazioni e considerazioni fiscali

Nonostante queste innovazioni, la normativa presenta delle restrizioni importanti. Similmente al passato, il nuovo valore di acquisto delle cripto-attività non permetterà la deduzione fiscale delle minusvalenze ricavate dalle vendite future di tali beni. Questa disposizione ricalca quella introdotta precedentemente dall’edizione del 2023 della Legge di Bilancio e sembra voler mettere un punto fermo nella gestione delle perdite finanziare legate alle criptovalute.

In attesa delle linee guida ufficiali da parte dell’Agenzia delle Entrate, gli esperti del settore suggeriscono di utilizzare la Circolare AdE n. 30/2023 (§ 3.6) come riferimento preliminare per elaborare i necessari conteggi fiscali. Queste indicazioni rappresentano uno sforzo per fornire maggiore chiarezza agli operatori economici e aiutano a districarsi nel complesso scenario delle cripto-attività e delle loro implicazioni fiscali.

Questa analisi dei cambiamenti normativi ci conduce a considerare con prudenza le strategie d’investimento e a prepararci per un’evoluzione ancora più rigorosa della regolamentazione fiscale in Italia. I contribuenti, pertanto, dovranno rimanere informati e adattarsi strategicamente alle nuove direttive legislative.