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Supplenti senza stipendio: cresce la rabbia dei docenti precari

Supplenti senza stipendio: cresce la rabbia dei docenti precari
Photo by mauriciodonascimento – Pixabay
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Cresce il numero dei supplenti brevi che non hanno ancora ricevuto lo stipendio dall’inizio dell’anno. Le storie dei docenti evidenziano le difficoltà affrontate di fronte a un sistema ritardato.

Supplenti senza stipendio: cresce la rabbia dei docenti precari
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Nell’ambito delle supplenze scolastiche, c’è un crescente disagio tra i docenti precari che, pur lavorando con assiduità, continuano a non ricevere il compenso dovuto. Interviste e testimonianze raccolte gettano luce su una situazione frustrante e su un sistema gestionale che lascia molti insegnanti in difficoltà economica.

Testimonianze dirette di un disagio diffuso

“Non ho idea di quando verrò pagata,” racconta una professoressa di un istituto superiore in provincia di Udine, sfogandosi alla stampa. Con due bambini piccoli a carico, la sua vita dipende non solo dal suo stipendio, ma anche da quello del marito. “Abbiamo seguito tutte le procedure previste, ma i ritardi statali ci lasciano senza un centesimo,” dichiara, evidenziando la precarietà economica in cui versa la sua famiglia. Un altro insegnante esprime il suo scontento: “È esasperante lavorare per lo Stato e dover sopravvivere con prestiti o aiuti esterni.” Questa frustrazione è comune tra coloro che si trovano nella stessa situazione.

Il meccanismo burocratico della retribuzione

Per legge, lo stipendio dei supplenti brevi dovrebbe essere versato entro 30 giorni. Il processo dovrebbe essere semplice: il dirigente scolastico valida i dati contrattuali, autorizzando tramite il sistema Sidi il pagamento che viene poi gestito da NoiPA, la piattaforma ministeriale. La Ragioneria generale dello Stato infine assegna i fondi alle scuole. Tuttavia, nonostante il rispetto delle tempistiche da parte delle istituzioni scolastiche, spesso i fondi non arrivano in tempo, lasciando gli insegnanti senza retribuzione.

La posizione del Ministero e le reazioni dei sindacati

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Secondo il Ministero dell’Istruzione e del Merito, “non ci sono attualmente problemi finanziari“. Le risorse stanziate sarebbero sufficienti a coprire i pagamenti dei primi mesi dell’anno scolastico. Tuttavia, le lamentele persistono, con il ministero che si distanzia dalle responsabilità, indicando che le cause non sono dirette. Dal sindacato Anief arrivano conferme di numerose segnalazioni di docenti privi di stipendio. Maria Guarino spiega che il problema è amplificato da scuole che non ricevono i fondi in tempo. Inoltre, molti insegnanti evitano di fare ricorso a causa dei tempi lunghi e dei costi legali, trovandosi a dipendere da previdenze personali e familiari.

Novità legislative e prospettive future

Con la bozza della Manovra 2026 emergono cambiamenti significativi per quanto riguarda le supplenze. In caso di assenze fino a 10 giorni, il personale di ruolo su posto comune deve essere supplito da docenti interni, limitando le supplenze esterne. Questo, se da un lato mira a ottimizzare le risorse interne, dall’altro potrebbe complicare ulteriormente la situazione dei docenti precari. Tuttavia, questa norma non è ancora definitiva e potrebbe subire variazioni nel corso dell’approvazione.