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Sistema contributivo: quando Opzione Donna diventa vantaggiosa

Sistema contributivo: quando Opzione Donna diventa vantaggiosa
Photo by Quangpraha – Pixabay
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Per molte lavoratrici, il contributivo è meno penalizzante del previsto se gli ultimi anni lavorativi sono stati deboli.

Sistema contributivo: quando Opzione Donna diventa vantaggiosa
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Si tende spesso a dipingere il sistema contributivo come una trappola per i futuri pensionati, al punto che molte lavoratrici rinunciano a formule di uscita anticipata per paura di un assegno troppo basso. Eppure, quando si osserva da vicino una misura come Opzione Donna, lo scenario cambia. Quello che a prima vista sembra penalizzante, può trasformarsi in un’opportunità concreta, specie per chi ha avuto carriere discontinue o redditi più bassi negli ultimi anni lavorativi.

Come funziona oggi Opzione Donna

Introdotta per offrire un’uscita anticipata alle donne, Opzione Donna consente ancora oggi di andare in pensione prima rispetto ai requisiti ordinari, ma la platea delle destinatarie si è ristretta nel tempo. Nel 2025, possono accedere alla misura solo quattro categorie:

  • lavoratrici invalide con almeno il 74% di invalidità;
  • caregiver che assistono un familiare disabile convivente da almeno sei mesi;
  • lavoratrici licenziate;
  • dipendenti di aziende coinvolte in tavoli di crisi ministeriali.

Pur mantenendo invariati i 35 anni di contributi richiesti, l’età anagrafica per l’accesso cambia a seconda della categoria. Le licenziate e le lavoratrici di aziende in crisi possono accedere a 59 anni. Le invalide e caregiver, invece, devono aver compiuto 61 anni, ma possono anticipare a 60 o 59 anni se hanno avuto uno o più figli.

Il vero nodo: il calcolo contributivo

Il calcolo dell’assegno pensionistico resta integralmente contributivo. È questo l’aspetto che frena molte lavoratrici, convinte che ciò comporti una forte riduzione dell’importo. Ma la realtà è più sfumata: il contributivo penalizza soprattutto chi aveva almeno 18 anni di contributi prima del 1996. Per tutte le altre, la differenza rispetto al sistema misto è molto meno marcata.

Anzi, in alcuni casi il contributivo può persino risultare più favorevole, specie quando gli ultimi anni di lavoro — quelli che contano di più nel sistema retributivo — sono stati segnati da part-time, cassa integrazione o salari ridotti.

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Un’opportunità concreta per molte donne

Oggi sempre meno lavoratrici hanno carriere che precedono il 1996 in modo sostanziale. Per loro, dunque, l’impatto del passaggio al contributivo si riduce. E nei casi in cui gli ultimi anni lavorativi sono stati meno redditizi, il calcolo contributivo può proteggere maggiormente l’importo finale della pensione.

Alla luce di questi cambiamenti e delle specificità individuali, Opzione Donna non è più sinonimo di penalizzazione automatica. Al contrario, per molte può rappresentare un’occasione concreta per lasciare il lavoro in anticipo, senza compromettere troppo il valore dell’assegno.