Home » Economia » Rivoluzione nella manovra: tagli alle pensioni e incognita su Transizione 4.0 e TFR dei neoassunti

Rivoluzione nella manovra: tagli alle pensioni e incognita su Transizione 4.0 e TFR dei neoassunti

Rivoluzione nella manovra: tagli alle pensioni e incognita su Transizione 4.0 e TFR dei neoassunti
Lettura: 2 minuti
Rivoluzione nella manovra: tagli alle pensioni e incognita su Transizione 4.0 e TFR dei neoassunti

Un colpo di scena nel bilancio statale

La scena politica italiana è in fermento dopo gli ultimi sviluppi sulla manovra di bilancio. Dopo intensi dibattiti, il Senato ha accolto una nuova versione dell’emendamento del governo che non solo esclude le tanto discusse misure sulle pensioni, ma anche i finanziamenti per la Transizione 4.0 e il meccanismo del silenzio assenso per il trattamento di fine rapporto (TFR) dei neoassunti. Un processo complesso che genera domande e preoccupazioni tra imprenditori e lavoratori.

Il destino incerto di Transizione 4.0

La tanto attesa decisione riguardo ai crediti d’imposta per le imprese tecnologiche arriva come un fulmine a ciel sereno. L’amministrazione aveva promesso di rielaborare la misura entro la prossima settimana tramite un decreto, ma le imprese dei settori avanzati restano in attesa di vedere i frutti di tali proposte. Originariamente, il programma Transizione 5.0 era stato rimpiazzato da Transizione 4.0 a causa di tagli nel bilancio del Pnrr concordati con l’Unione Europea, riducendo i fondi da 6,4 a 2,6 miliardi di euro. Tuttavia, il compromesso presentato dal governo si limitava a 1,3 miliardi, lasciando molte aziende senza le necessarie agevolazioni fiscali. Questo ridimensionamento segna un passo indietro rispetto ai tempi e alle modalità promessi.

Un arrivederci a pensioni e TFR

In una manovra che riserva sorprese continue, ecco che scivolano via anche le proposte rivoluzionarie sulle pensioni e il trattamento di fine rapporto dei nuovi assunti. Le finestre previste per i pre-pensionamenti subiscono restrizioni, mentre l’iniziativa del silenzio assenso, destinata a facilitare alle aziende il versamento delle liquidazioni all’Inps, viene eliminata. L’accordo di giovedì era a un passo dal provocare una crisi di governo, ma un passo indietro sembra la scelta più funzionale per evitare tensioni drammatiche.

La rivoluzione fiscale in arrivo

Nonostante le incertezze, si delinea all’orizzonte una grande sorpresa fiscale per le imprese. L’introduzione della ritenuta d’acconto per scambi B2B (business to business) prende forma, con una struttura prevista per entrare a regime nel 2029. Il piano include un’aliquota dello 0,5% a titolo di anticipazione nel 2028, seguita da un consolidamento dell’1% che punta a generare un gettito annuale di 1,469 miliardi di euro. Una manovra che promette di ridefinire il panorama dei profitti e delle spese aziendali, aprendo nuove dinamiche di mercato e fiscalità per l’intero tessuto economico italiano. Questa decisione, sebbene controversa, punta a riorganizzare il sistema con prospettive di raccolta fiscale a lungo termine.