Dalla Campania, il leader del M5S riporta al centro del dibattito il Reddito di Cittadinanza: “Serve per tutelare i poveri, non per fare cassa”.

Anche quando si tratta di elezioni amministrative, il dibattito politico italiano si sposta presto su temi di respiro nazionale. È il caso delle Regionali in Campania, dove il centrosinistra ha scelto Roberto Fico, ex Presidente della Camera e figura di spicco del Movimento 5 Stelle, come candidato alla presidenza della Regione. A sostenerlo c’è Giuseppe Conte, leader del Movimento, che ha colto l’occasione per rilanciare una delle misure simbolo della sua precedente esperienza di governo: il Reddito di Cittadinanza.
La proposta, già al centro di feroci dibattiti negli anni passati, riemerge con forza come bandiera identitaria del M5S, soprattutto nel Mezzogiorno. E mentre il centrodestra accusa il Movimento di fare propaganda elettorale, Conte rivendica la misura come uno strumento necessario per ridurre le disuguaglianze sociali.
Perché il M5S vuole il ritorno del Reddito
Durante la presentazione ufficiale della candidatura di Fico, Conte ha evidenziato quelle che, a suo avviso, sono le differenze di fondo tra la visione politica del Movimento e quella dell’attuale governo guidato da Giorgia Meloni. Da un lato, dice, un esecutivo che “tutela i potenti, le banche e gli interessi militari”; dall’altro, un Movimento che vuole redistribuire ricchezza e proteggere i più fragili.
La proposta di reintrodurre il Reddito di Cittadinanza parte da una convinzione precisa: l’Assegno di Inclusione, che lo ha sostituito, ha escluso gran parte della popolazione più vulnerabile. In particolare, gli occupabili tra i 18 e i 59 anni sono stati tagliati fuori, lasciati a misure come il Supporto Formazione e Lavoro, che prevede un sussidio vincolato a corsi o lavori socialmente utili, e non un aiuto immediato.

Le criticità del passato e le correzioni promesse
Conte non nega che il Reddito di Cittadinanza avesse dei limiti. Durante la sua applicazione, non sono mancati i casi di abusi: persone che modificavano fittiziamente la propria residenza per abbassare l’ISEE, o che rifiutavano lavori regolari per non perdere il sussidio. Ma, secondo l’ex premier, i problemi derivavano dalla carenza di politiche attive per il lavoro, non dal principio della misura. Oggi, dunque, la proposta del M5S è quella di rilanciare il Reddito con modifiche strutturali, che incentivino l’occupazione e limitino le distorsioni.
L’obiettivo dichiarato è evitare che chi si trova in difficoltà economica venga escluso dal sostegno pubblico. Un principio che, sostiene Conte, dovrebbe essere condiviso anche da chi governa, invece di “fare cassa sui poveri”, come accaduto con il recupero di 1,5 miliardi ottenuto proprio dall’abolizione della misura.
Il Reddito torna al centro del dibattito politico
Il centrodestra, intanto, accusa Conte di utilizzare il Reddito di Cittadinanza come slogan elettorale, ben consapevole della sua presa nel Sud Italia. E in effetti, alle ultime elezioni politiche, nonostante il calo generale del M5S, il Movimento ha ottenuto risultati significativi proprio nel Mezzogiorno, dove il sussidio aveva avuto un forte impatto sociale.
La sfida lanciata dal M5S con Fico in Campania appare dunque anche come un test politico più ampio: non solo regionale, ma nazionale. Il ritorno del Reddito di Cittadinanza è il simbolo di una battaglia che va oltre le urne campane, toccando il cuore del dibattito tra modelli di società alternativi. Una battaglia che, con ogni probabilità, accompagnerà anche i prossimi appuntamenti elettorali.