Dai filosofi ai “guru” della motivazione: come l’industria dell’auto-miglioramento trasforma il desiderio di autenticità in un business globale fatto di illusioni e promesse irrealizzabili.

L’era moderna si caratterizza per una crescente fascinazione verso il successo personale, spesso incarnata da libri, conferenze e video che dispensano consigli motivazionali. Mentre molti promettono percorsi verso una vita realizzata, le realtà offerte sono talvolta poco più che illusioni. Dietro slogan accattivanti come “Diventa la tua versione migliore” e “Crea il tuo destino” si cela un’industria in espansione che capitalizza sul desiderio umano di auto-miglioramento.
Il fascino di mindset e motivazione
Viviamo in un mondo dove l’autostima e il successo personale sono decisamente in voga. Dai life coach ai seminar motivazionali, la promessa è quella di superare gli ostacoli e raggiungere la propria versione ideale di sé. Esempio lampante di questa tendenza è il fittizio “esperto” Maicol Pirozzi, creazione comica di Edoardo Ferrario che stigmatizza questa realtà con frasi paradossali come: “Elon Musk è diventato Elon Musk perché non ha mai passato un minuto della sua vita in Salento.” L’ascesa dei cosiddetti ‘guru‘ della motivazione riflette una società alla continua ricerca di fiducia in sé stessi per assumere il ruolo desiderato nella vita.
Dai filosofi ai coach: una evoluzione del pensiero

L’interesse per lo sviluppo personale ha radici antiche e significative. Già 2500 anni fa, il famoso poeta Pindaro esortava: “Diventa ciò che sei“, un concetto ripreso da filosofi come Nietzsche. Nell’era del romanticismo, iniziando con Goethe, si è visto lo sviluppo personale come un viaggio eroico di scoperta individuale, una tendenza che è perdurata attraverso i secoli fino a manifestarsi oggi come una componente essenziale della cultura popolare. Hegel ci parlava della necessità umana di riconoscimento, una ricerca rimasta centrale anche nelle società moderne, caratterizzate da un’illusoria libertà di scelta.
La modernità e le sue contraddizioni
Con il passare degli anni, le promesse di auto-realizzazione si sono scontrate con le dure realtà di un mondo che spesso limita le possibilità individuali. Søren Kierkegaard, già nel XIX secolo, parlava della “disperazione” come malattia della modernità, un’incapacità di realizzarsi in un ambiente oppressivo. Nonostante tutto, nel ventesimo secolo Erich Fromm ha nuovamente esplorato questa tensione nel suo noto libro “Avere o essere?”, lasciandoci con l’idea di una missione titanica, quella di essere autentici in un mondo che ci definisce attraverso trofei superficiali e aspirazioni irrealizzabili.
Questa ricerca di sé stessi, se mal guidata, può condurre a una pandemia di insoddisfazione. Oggi, il fenomeno dei ‘fuffaguru’ rappresenta la promessa irrealizzata di una società moderna che nega creatività e autonomia reale, mentre promette costantemente l’individualismo. Le figure di successo, i cosiddetti esperti di auto-miglioramento, spesso finiscono per perpetuare una catena infinita di promesse irraggiungibili, un ciclo di non-risposte in cui anche loro sono prigionieri.

