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Pensioni: tutte le novità del 2026

Pensioni: tutte le novità del 2026
Photo by Alexas_Fotos – Pixabay
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Una guida dettagliata alle nuove disposizioni presenti nella legge di Bilancio 2026. Scopri come cambieranno importi, età pensionabile e vantaggi per specifiche categorie di lavoratori.

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Nel panorama della legge di Bilancio 2026, presentata dal governo Meloni, le pensioni non figurano come tema principale, eppure le modifiche previste non passano inosservate. Dall’età pensionabile ai nuovi importi, queste misure potrebbero avere un impatto significativo su molti pensionati italiani. Ecco cosa ci attende nei prossimi cambiamenti legislativi.

Aumento delle pensioni minime

Uno dei punti cardine della nuova manovra riguarda l’incremento delle pensioni per specifici gruppi demografici. La proposta prevede infatti un aumento di 20 euro mensili per i pensionati sopra i 70 anni. Questo aumento è pensato per migliorare il potere d’acquisto dei pensionati con trattamenti minimi, i più colpiti dall’inflazione. Sebbene Forza Italia sostenga da tempo un innalzamento delle pensioni minime fino a 1.000 euro mensili, l’obiettivo non è ancora stato raggiunto, ma questi piccoli aumenti continuano come parte di una strategia di adeguamento graduale.

Per ottenere questo incremento, tuttavia, i beneficiari devono soddisfare due requisiti essenziali: avere un reddito complessivamente basso ed essere almeno settantenni. Pertanto, questo incremento di 20 euro si traduce in un beneficio annuo di 260 euro, distribuito sulle tredici mensilità e affiancato da un ulteriore aggiustamento per l’inflazione stimata all’1,6%.

Cambiamenti nei requisiti di pensionamento

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Nel 2027 e nel 2028 i requisiti di età e contributi per le pensioni di vecchiaia subiranno un graduale incremento, ma non all’improvviso o uguale per tutti. Questo approccio modulato vedrà un aumento di un mese nel 2027, seguito da un ulteriore incremento di due mesi nel 2028. Di conseguenza, dal 2026 al 2028, l’età pensionabile si livellerà rispettivamente a 67 anni, 67 anni e 1 mese, e 67 anni e 3 mesi. I criteri per le pensioni anticipate, che non richiedono un’età minima ma solo requisiti contributivi, subiranno anch’essi variazioni. Gli uomini dovranno accumulare 42 anni e 10 mesi di contributi nel 2026, che diventeranno 42 anni e 11 mesi nel 2027 e 43 anni e 1 mese nel 2028. Per le donne, analogamente, i requisiti passeranno da 41 anni e 10 mesi nel 2026 a 41 anni e 11 mesi nel 2027, fino a 42 anni e 1 mese nel 2028.

Lavoratori impiegati in settori gravosi

Per chi lavora in settori gravosi o usuranti, la manovra non introduce ulteriori inasprimenti, anche se i vantaggi ora disponibili cesseranno nel 2027. Attualmente, questi lavoratori possono andare in pensione prima, a 66 anni e 7 mesi, rispetto ai 67 anni degli altri lavoratori, grazie ad una deroga che però giungerà a termine.

Nel 2027, l’esenzione dall’aumento dei requisiti sarà eliminata. Tuttavia, i lavoratori di queste categorie dovranno comunque affrontare un aggiornamento dei requisiti per allinearsi ai nuovi standard generali. Anche se evitano l’aumento generale del 2027, saranno tenuti a completare i cinque mesi aggiuntivi richiesti.