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Pensioni, cambiano le regole: le novità in arrivo entro il 2027

Pensioni, cambiano le regole: le novità in arrivo entro il 2027
Photo by Ralphs_Fotos – Pixabay
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Il panorama previdenziale italiano è in procinto di cambiare radicalmente dal 2027. Una mossa prevista dalla Legge Fornero porterà l’età pensionabile a 67 anni e 3 mesi, con il fine di riflettere l’aumento della speranza di vita evidenziato dall’Istat.

Pensioni, cambiano le regole: le novità in arrivo entro il 2027
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L’adeguamento rappresenterà, secondo la Ragioneria di Stato, un costo di circa 3 miliardi di euro a regime. Tuttavia, il governo sta considerando una “sterilizzazione selettiva” di questo incremento per chi ha iniziato a lavorare molto presto o svolge occupazioni usuranti. Ecco i dettagli su cosa potremmo aspettarci nel prossimo futuro.

L’ipotesi in discussione e l’impatto economico

Da tempo, il governo valuta di limitare l’aumento dei tre mesi nell’età pensionabile solo a specifiche categorie. In particolare, chi avrà 64 anni nel 2027 potrebbe evitare questo incremento. Se così fosse, individui già sessantaduenni e con 42 anni e 10 mesi di carriera lavorativa alle spalle subirebbero il rialzo, mentre altri ne sarebbero esentati. Questa proposta mira ad attutire l’impatto della manovra per alcuni lavoratori, mantenendo però un rigido controllo dei costi associati.

L’idea di escludere alcuni lavoratori dall’aumento dell’età pensionabile potrebbe costare 1,5 miliardi nel primo anno di applicazione, e successivamente due miliardi annui, una cifra comunque inferiore rispetto ai tre miliardi stimati se l’intervallo di età arrivasse a tutti. Le discussioni al momento si concentrano sulla possibilità di risparmiare importi significativi escludendo chi ha quasi raggiunto i requisiti di contributi ma non l’età minima di 64 anni. Questo approccio potrebbe rappresentare un modo per bilanciare responsabilità fiscali e esigenze sociali.

Numero di lavoratori coinvolti

Secondo l’Inps, circa 170mila lavoratori potrebbero vedere un allungamento della loro carriera di tre mesi nel 2027, se i cambiamenti impattassero solo coloro che non raggiungeranno i 64 anni in quell’anno. Questi dipendenti, sebbene abbiano accumulato anni contributivi sufficienti, non soddisfano l’ulteriore vincolo anagrafico. I dati mostrano che una parte significativa dei lavoratori che si ritirano in anticipo, ad oggi, ha meno di 65 anni, rendendo questi aggiustamenti particolarmente rilevanti per una porzione consistente della popolazione attiva.

Norme di salvaguardia e alternative

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Un’attenta riflessione sarà necessaria per introdurre norme di salvaguardia che tutelino chi, nel periodo aggiuntivo di tre mesi, raggiunge l’età minima di 64 anni. Possibili alternative includono un incremento graduale dell’età pensionabile, diluito nel tempo per evitare shock economici e sociali. Inoltre, il confronto riguarda anche la possibilità di applicare la sterilizzazione selettiva a categorie specifiche di lavoratori, mentre per gli altri si continuerebbe con il previsto incremento.

Proposte sul TFR

Oltre a queste modifiche, si valuta l’introduzione di un sistema che permetta di accedere alla pensione a 64 anni, previa accumulazione di almeno 25 anni di contribuzione, con l’aiuto del TFR convertito in rendita integrativa. Questo modello, supportato dal sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, potrebbe offrire un assegno pensionistico minimo di circa 1.600 euro mensili, replicando in parte i meccanismi del sistema contributivo introdotto l’anno precedente.

La situazione delle pensioni in Italia è dunque in continua evoluzione, con proposte di riforma che cercano di bilanciare le esigenze economiche e sociali del paese. Con il passare dei mesi, sarà fondamentale osservare come queste negoziazioni verranno tramutate in politiche concrete, influenzando la vita di milioni di lavoratori.