Home » Economia » Pensioni: cambiamenti all’orizzonte per il 2027

Pensioni: cambiamenti all’orizzonte per il 2027

Pensioni: cambiamenti all’orizzonte per il 2027
Photo by jhenning – Pixabay
Lettura: 3 minuti

Con l’approssimarsi della nuova legge di Bilancio, molti si chiedono cosa riserverà il futuro per le pensioni in Italia. Una certezza emerge: dal 2027 potrebbe concretizzarsi l’addio alla pensione a 67 anni, salvo poche eccezioni.

Pensioni: cambiamenti all’orizzonte per il 2027
Photo by Alexas_Fotos – Pixabay

Nel panorama pensionistico italiano, si profila un cambiamento significativo. Il governo ha stabilito che la pensione di vecchiaia non sarà più accessibile a 67 anni dal 2027. Tale decisione è in fase di definizione nel contesto della legge di Bilancio 2026 che, se approvata dal Consiglio dei ministri, apporterà modifiche sostanziali al sistema pensionistico.

Fine della pensione a 67 Anni: cosa sta cambiando

Nonostante l’incremento del fondo di bilancio fino a 18 miliardi di euro, il governo sembra adottare un approccio conservativo. L’obiettivo principale è evitare l’aumento dei requisiti pensionistici previsto dalla legge Fornero, che dovrebbe alzare l’età pensionabile di tre mesi per adeguamento al costo della vita, un processo sospeso durante la pandemia.

Le risorse disponibili saranno quindi allocate per impedire l’innalzamento dell’età pensionabile, mentre le attuali misure di flessibilità, che consentono un accesso anticipato alle pensioni, verranno mantenute per garantire una certa stabilità nel sistema.

Prospettive di bilancio e implicazioni per il 2027

Pensioni: cambiamenti all’orizzonte per il 2027
Photo by jhenning – Pixabay

La volontà del governo di limitare l’aumento di tre mesi si scontra direttamente con i vincoli imposti dal bilancio e la necessità di concentrare gli sforzi su una revisione fiscale mirata a favore del ceto medio. Questa riforma sembra avere la priorità, almeno rispetto ai temi previdenziali.

Eppure, senza nuovi interventi, molti lavoratori potrebbero ritrovarsi a dover lavorare fino a 67 anni e 3 mesi, mentre la pensione anticipata potrebbe esigere fino a 43 anni e un mese di contributi per gli uomini, con una riduzione per le donne. Analogamente, i requisiti per opzioni contributive subiranno un lieve incremento.

Secondo recenti indiscrezioni, soltanto i lavoratori impiegati in attività particolarmente gravose o usuranti potrebbero sottrarsi a tali aumenti, beneficiando delle eccezioni previste dalla legge.

Misure di flessibilità: un analisi delle proposte attuali

Attualmente, l’alternativa alla legge Fornero si limita ad alcune misure esistenti, come l’Ape Sociale, Quota 103 e Opzione Donna. Tuttavia, questi strumenti sembrano non attirare sufficientemente l’interesse dei lavoratori poiché comportano penalizzazioni economiche significative.

Nonostante la conferma di Quota 103 nella prossima manovra, la sua applicazione rimane limitata, essendo influenzata dal calcolo contributivo che diminuisce l’importo della pensione. Opzione Donna, malgrado le sue potenzialità iniziali, è diventata accessibile solo a una ristretta cerchia di lavoratrici, riducendone l’efficacia come vera alternativa al sistema forneriano.

In conclusione, se le politiche attuali verranno confermate, Opzione Donna rischia di perdere ulteriore rilevanza, divenendo una proposta di facciata piuttosto che una valida soluzione previdenziale.