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Paperoni in Italia: la flat tax è riservata agli investitori

Paperoni in Italia: la flat tax è riservata agli investitori
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Nella recente manovra fiscale per il 2026, il governo italiano ha introdotto una proposta incentrata sugli investimenti da parte di chi sceglie di trasferire la propria residenza in Italia. L’idea è di stimolare l’afflusso di capitali nel nostro Paese attraverso una flat tax mirata, ma con la clausola che, per beneficiarne, i paperoni dovranno impegnarsi in specifici investimenti nel territorio nazionale.

La proposta della Lega, inserita tramite un emendamento alla legge di bilancio, si caratterizza per una serie di condizioni rivolte a quei super ricchi attratti dalla possibilità di pagare una tassa fissa, ma solo in cambio di specifici impegni finanziari. In particolare, per avvalersi di tale vantaggio fiscale, sarà necessario investire in BoT o BTp di almeno 10 anni, start-up, e il terzo settore, tra gli altri settori.

Investimenti strutturati: BoT e Start-Up

Il disegno di legge propone che chi decide di risiedere fiscalmente in Italia, usufruendo di una flat tax da 300mila euro annuali, dovrà investire almeno due milioni di euro in titoli di Stato con scadenza decennale. Ma non è tutto: il pacchetto richiede che 500mila euro vengano destinati a società non quotate o ai fondi di venture capital operanti in Italia. Notevolmente, se si tratta di start-up innovative, la somma necessaria si riduce a 250mila euro, mirando così a promuovere l’innovazione e la nascita di nuove realtà imprenditoriali.

Altre Opzioni di Investimento: PIR e Quotate

Ma non basta mettere sul tavolo somme ingenti per titoli di Stato e nuove start-up. Il piano della Lega chiede anche di destinare ulteriori 500mila euro in piani di risparmio a lungo termine e in azioni di società quotate sul segmento Euronext Growth Milan. Inoltre, vengono richiesti investimenti su Oicr di nuova costituzione, che lavorano in parallelo al Fondo nazionale strategico indiretto. Questi percorsi di investimento non solo garantiscono ritorni economici, ma promuovono anche una crescita economica sostenibile all’interno del paese.

Impegno Sociale e Tempistiche

Non finisce qui. La proposta include un obbligo di donare almeno un milione di euro a enti del terzo settore, sia esistenti che di nuova costituzione. Questa mossa intende rafforzare il legame tra impresa e comunità, spingendo così i super ricchi a non considerare l’Italia solo come un rifugio fiscale, ma come un’opportunità di contribuzione sociale. Gli investimenti e le donazioni devono essere effettuati entro il termine del primo periodo tributario in cui viene applicata la tassa. Questo rigoroso sistema di scadenza e obblighi mantiene i capitali in circolo per garantire un contributo significativo all’economia locale e, quindi, una crescita socioeconomica equilibrata.”

Fonte: www.ilsole24ore.com