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Legge di Bilancio 2026: riforma dell’Isee e impatto sulle famiglie

Legge di Bilancio 2026: riforma dell’Isee e impatto sulle famiglie
Photo by geralt – Pixabay
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L’annuncio ufficiale della prossima Legge di bilancio 2026 ha introdotto significative novità riguardanti l’Isee, l’indicatore essenziale che definisce l’accesso a numerosi bonus e agevolazioni fiscali per le famiglie italiane.

Legge di Bilancio 2026: riforma dell’Isee e impatto sulle famiglie
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Tra le modifiche previste, il governo ha stanziato un fondo di 500 milioni di euro annui per rivedere il calcolo dell’Isee, concentrandosi principalmente sul valore degli immobili e le scale di equivalenza. Scopriamo in dettaglio quali sono le principali implicazioni di questa riforma.

Il ruolo cruciale dell’Isee

L’Isee rappresenta uno strumento fondamentale per determinare la situazione economica delle famiglie e, di conseguenza, il loro accesso a varie forme di supporto economico statale. Questo indicatore viene elaborato sulla base della Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu), che include dettagli anagrafici, reddituali e patrimoniali di ciascun nucleo familiare. La validità di questo documento, che può essere presentato presso vari enti, va dal momento della sua emissione fino al termine dell’anno solare.

Verso una nuova formulazione dell’Isee

Legge di Bilancio 2026: riforma dell’Isee e impatto sulle famiglie
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Nel recente passato, il vicepremier Matteo Salvini ha proposto una revisione del computo patrimoniale immobiliare nell’ambito della riforma dell’Isee. Secondo fonti governative, il piano di ridefinire le soglie relative agli immobili ha ricevuto il consenso della maggioranza durante un incontro preliminare al Consiglio dei ministri. Tra le modifiche, è stato suggerito di escludere dal calcolo le abitazioni con un valore non superiore ai 100mila euro. Questo tetto corrisponde a un valore di mercato che può oscillare tra i 300mila e i 400mila euro.

Scopi e obiettivi della riforma

La proposta di normativa mira a scoraggiare l’inclusione degli immobili, spesso accumulati nel tempo e non sempre rappresentativi della reale ricchezza familiare, nel calcolo dell’Isee. In particolare, la misura si rivolge alle famiglie con reddito medio-basso, permettendo ai proprietari di abitazioni modeste di beneficiare delle agevolazioni fiscali senza subire penalizzazioni ingiuste. La riforma dovrebbe beneficiare principalmente gli immobili situati nelle periferie urbane, escludendo, così, residenze di pregio.

Dettagli operativi: rendita catastale o valore aggiornato?

Uno dei nodi cruciali da sciogliere riguarda quale valore prendere a riferimento: la rendita catastale attuale o un valore rivisto e aggiornato. Inoltre, si sta discutendo se fissare un tetto preciso o prevedere un sistema indicizzato, che potrebbe essere soggetto a modifiche future nel contesto del catasto.

L’Impatto sui beneficiari dei bonus

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L’esclusione della prima casa dal calcolo Isee potrebbe ampliare notevolmente la platea dei potenziali beneficiari di diversi sussidi, tra cui l’Assegno unico universale per i figli, i bonus per l’asilo nido, i contributi per le bollette energetiche e molti altri aiuti connessi a spese quotidiane. Queste modifiche rientrano in una più ampia strategia di ottimizzazione fiscale avviata quest’anno, che ha già visto l’esclusione, fino a un massimo di 50mila euro per famiglia, di alcune forme di investimento finanziario dalla Dsu.

Limiti e correttivi necessari

Per contenere il potenziale impatto fiscale su una manovra che si prevede intorno ai 16 miliardi di euro, il governo prevede di introdurre nuove soglie di reddito che regolerebbero l’accesso ai benefici stilati dalla riforma. Nonostante l’esclusione della prima casa, alcune famiglie potrebbero comunque dover affrontare queste nuove limitazioni se il loro reddito complessivo supera determinate soglie.

Equilibrio tra equità e sostenibilità

La revisione dell’Isee si accompagna all’introduzione di vari correttivi per evitare che le nuove agevolazioni possano sottrarre risorse ad altre prestazioni essenziali. Come sottolineato dalla ministra della Famiglia Eugenia Roccella, tali interventi mirano a garantire che ogni assegnazione mantenga il suo valore senza impattare negativamente su altri supporti, come il bonus mamme per le lavoratrici con prole.