Le aziende dirette da donne rappresentano solamente un quinto del totale, nonostante offrano significative opportunità di occupazione femminile. Questo numero, tuttavia, è destinato a cambiare.

Le aziende gestite da donne in Italia sono ancora troppo poche. Con 1,3 milioni di imprese femminili, queste costituiscono solo il 22,2% del panorama imprenditoriale. Questo dato non solo rappresenta una sfida per l’occupazione femminile, ma evidenzia anche il potenziale economico non sfruttato. Unioncamere, con il supporto del Centro studi Tagliacarne e Sicamer, ha recentemente presentato un rapporto dettagliato che analizza lo stato attuale dell’imprenditoria femminile e il suo sviluppo futuro.
Un identikit dell’imprenditoria femminile
Le imprenditrici portano con sé un livello di istruzione mediamente più alto e dimostrano una forte propensione a lavorare in ambienti collaborativi e orientati al benessere dei dipendenti. In particolare, l’attenzione al welfare aziendale cresce al 40% tra quelle con formazione universitaria. Tuttavia, le aziende femminili tendono ad essere più piccole e meno produttive, spesso appoggiate su capitali familiari, il che limita la capacità di investimento e innovazione.
È importante sottolineare che le aziende che accedono a incentivi e finanziamenti riescono a superare queste limitazioni, come evidenziato dal miglioramento del 33% nella produttività lavorativa. Questo miglioramento può raggiungere il 40% quando l’accento viene posto sulla formazione del capitale umano.
Il ruolo degli incentivi e del finanziamento

L’accesso a incentivi e finanziamenti risulta fondamentale per scatenare il potenziale delle imprese femminili. Questi strumenti non solo aumentano significativamente la produttività, ma elevano anche la probabilità di investimenti di un ulteriore 10%. Alla presentazione del rapporto, Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma, ha sottolineato: “In assoluto, il tasso di femminilizzazione delle imprese è ancora troppo basso: in pratica, un’impresa su cinque è rosa. La presenza delle donne in posizioni apicali è, poi, ancora limitata”.
Ostacoli e potenziali soluzioni
Un aumento della partecipazione femminile nell’imprenditoria dipende anche dal superamento di barriere burocratiche, legali e fiscali che spesso complicano piuttosto che supportare l’attività imprenditoriale. È essenziale creare un contesto più favorevole che incentivi non solo la nascita, ma anche la crescita di aziende al femminile.
Per affrontare queste sfide, si rende necessaria un’azione concertata che includa miglioramenti normativi diretti a semplificare l’avvio e la gestione di imprese dirette da donne. Solo così si potranno sfruttare appieno le potenzialità della metà ancora latente del nostro tessuto imprenditoriale.
