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ChatGPT Atlas: il browser intelligente di OpenAI che sfida il dominio di Google

ChatGPT Atlas: il browser intelligente di OpenAI che sfida il dominio di Google
Photo by geralt – Pixabay
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La nuova creatura di OpenAI combina la navigazione web con l’intelligenza artificiale, rivoluzionando il modo in cui gli utenti esplorano Internet.

ChatGPT Atlas: il browser intelligente di OpenAI che sfida il dominio di Google
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Con un evento trasmesso in diretta sul proprio canale YouTube, OpenAI ha presentato al mondo ChatGPT Atlas, un browser che segna un passo avanti nella visione di Sam Altman per il futuro del web. Definito dal CEO come “un nuovo prodotto di cui sono davvero entusiasta”, Atlas integra l’intelligenza artificiale direttamente nella navigazione, con l’obiettivo di ridefinire il rapporto tra utenti e Internet. La mossa di OpenAI mira a trasformare il browser in uno spazio di interazione continua, dove la conversazione con l’AI diventa lo strumento principale per esplorare la rete. “Speriamo che questo sia il modo in cui le persone useranno Internet in futuro”, ha dichiarato Altman.

Un browser conversazionale per ogni esigenza

Progettato sulla base dell’esperienza di ChatGPT, Atlas porta l’intelligenza artificiale al centro della navigazione online. Disponibile inizialmente per i notebook Apple con macOS – e in seguito anche su Windows, iOS e Android – il browser permette agli utenti di interagire con le pagine web attraverso la chat, eliminando la necessità di passaggi manuali tra tab e strumenti. Secondo Altman, è tempo di superare le vecchie logiche di navigazione: “Così come la barra degli indirizzi fu rivoluzionaria ai suoi tempi, ora è la conversazione l’interfaccia più naturale”. Atlas integra una modalità “Agent”, che consente all’AI di compiere azioni automatiche all’interno delle pagine visitate. Il risultato? Un browser che non si limita a mostrare contenuti, ma partecipa attivamente alle attività dell’utente.

Un assistente digitale che impara dall’utente

Atlas si propone come un assistente personale sempre attivo, in grado di supportare l’utente nella ricerca di informazioni, nell’organizzazione di attività o nella scrittura di testi direttamente nella pagina. Grazie alla capacità di comprendere il contesto delle schede aperte, può offrire suggerimenti mirati e risposte personalizzate. Il sistema memorizza preferenze e attività precedenti, rendendo possibile l’automazione di compiti ripetitivi o la ripresa di progetti in sospeso. La funzione è particolarmente evoluta per gli utenti Plus, Pro e Business, che possono sfruttare in anteprima il modulo “Agent” per richiedere vere e proprie azioni nel browser, affidando compiti direttamente all’AI. Per quanto riguarda privacy e sicurezza, Atlas consente la navigazione in incognito e la gestione completa della cronologia. OpenAI ha ribadito che, come per ChatGPT, i dati di navigazione non vengono utilizzati per addestrare i modelli AI, a meno che l’utente non lo consenta esplicitamente.

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Una sfida diretta al colosso di Mountain View

L’introduzione di Atlas potrebbe avere implicazioni significative sul mercato dei browser. Se anche solo una parte degli oltre 800 milioni di utenti settimanali di ChatGPT adottasse il nuovo strumento, la pressione su Chrome – attualmente leader con il 68% di market share secondo StatCounter – diventerebbe concreta. Il cuore del business pubblicitario di Google si fonda proprio sui dati raccolti via browser e sulla canalizzazione delle ricerche attraverso il suo motore. In questo contesto, Atlas rappresenta una minaccia diretta, capace di intercettare il traffico e deviarlo verso un ecosistema controllato da OpenAI. E la concorrenza non manca: Perplexity AI ha già lanciato il browser Comet, Microsoft ha potenziato Edge con la “Copilot Mode”, e Google stessa ha integrato Gemini in Chrome. Tuttavia, OpenAI ha un vantaggio competitivo nella familiarità già acquisita dagli utenti con ChatGPT. L’obiettivo? Diversificare le entrate e raggiungere la sostenibilità economica, dato che la startup californiana continua a registrare perdite superiori ai ricavi. Ma la sfida sarà anche normativa: con il GDPR in vigore e l’AI Act alle porte, resta da vedere come Atlas si adatterà alle rigorose regole europee su privacy e trasparenza, soprattutto in un contesto dove l’AI agisce direttamente per conto dell’utente.