Aumenta il peso degli affitti sul reddito familiare: secondo Idealista, in alcune città italiane si spende oltre la metà dello stipendio per un trilocale.

Trovare casa è sempre più difficile, e non solo a Milano o Roma. In un’Italia dove l’abitazione dovrebbe essere un diritto, l’affitto si trasforma in una delle principali fonti di stress economico. Chi non possiede una casa di proprietà, ogni mese è costretto a mettere da parte una parte importante del proprio stipendio solo per mantenere un tetto sopra la testa. E il quadro si complica ancora di più nelle città dove i canoni di locazione continuano a crescere a ritmo serrato.
Secondo un recente studio pubblicato dal portale Idealista, nel terzo trimestre del 2025 il cosiddetto “tasso di sforzo” – ovvero la percentuale del reddito familiare destinata all’affitto – è salito al 31%, rispetto al 30% dell’anno precedente. L’analisi, basata sui dati del sito per i prezzi e su quelli Istat per i redditi medi, prende come riferimento una famiglia tipo che affitta un trilocale. Ma in alcune aree del Paese, il peso economico dell’affitto supera abbondantemente questa soglia.
Massa è la città con gli affitti più cari d’Italia
La vera sorpresa arriva da Massa, che nel 2025 conquista il primato come città italiana con gli affitti più onerosi in proporzione al reddito. Qui le famiglie devono destinare in media il 60% del proprio reddito per pagare l’affitto, con un aumento del +18% rispetto all’anno precedente. Un dato allarmante, legato soprattutto alla diffusione delle locazioni temporanee (da 1 a 18 mesi), che stanno riducendo l’offerta di affitti a lungo termine e spingendo verso l’alto i prezzi disponibili.
Nonostante l’immaginario collettivo associ gli affitti più alti a grandi città come Milano o Roma, lo studio dimostra che l’emergenza abitativa è molto più diffusa e riguarda anche centri di medie dimensioni, dove però il reddito medio risulta più basso. In questi casi, l’impatto dell’affitto sul bilancio familiare è ancora più marcato.

Napoli e Como al secondo posto, Milano e Roma inseguono
Subito dopo Massa, a condividere la seconda posizione, ci sono due città molto diverse tra loro: Napoli e Como, entrambe con un tasso di sforzo del 42%. Segue un gruppo di città che, pur essendo metropoli o località turistiche, non raggiungono i livelli di criticità di Massa ma restano comunque sopra la soglia di allerta: Roma e Venezia (40%), Milano (39%), Firenze (35%).
L’indice elaborato da Idealista permette di leggere con chiarezza quanto l’abitare in affitto sia diventato un lusso per molti italiani, e come la distribuzione geografica del fenomeno sia tutt’altro che uniforme. Il nodo della casa, in particolare in alcune aree, rischia di diventare un vero e proprio ostacolo alla qualità della vita.
Tra aumenti e cali: le città dove la situazione cambia
Guardando all’evoluzione annua del tasso di sforzo, emerge che in 21 città italiane la pressione dell’affitto sul reddito è aumentata, mentre in 42 è diminuita e in 28 è rimasta stabile. Oltre a Massa, che ha registrato l’impennata più netta, si segnalano Grosseto (+5%) e Roma (+3%) tra i comuni dove l’affitto pesa sempre di più. Sul fronte opposto, i cali più significativi si sono registrati a Vicenza (-10%), Trapani (-6%) e Lecco (-5%).
Questi dati mostrano una geografia dell’abitare sempre più polarizzata, con città in cui vivere in affitto diventa un sacrificio economico e altre in cui i costi si stanno stabilizzando o addirittura calando. Ma il trend generale resta preoccupante, con l’affitto che incide pesantemente sul reddito e costringe molte famiglie a rivedere le proprie priorità.

